Una settimana. Marta ha una settimana esatta, proprio adesso mentre scrivo. Che ne dite, festeggiamo? Ma sì, dai… Visto che domani è pure il mio compleanno, ne approfitto per lasciarvi una ricettina veloce e “comoda”: oggi ci togliamo qualche sfizio con questi Fagottini di Pasta Phyllo con Robiola, Pomodorini, Olive ed Erba Cipollina!
Una settimana fa, in questo istante, stavo dando la spinta piú forte della mia vita: piena di disperazione, di lacrime, di dolore, di emozioni. Non si descrive quello che si prova in quei momenti: più volte ci ho provato, ripensandoci, in questi giorni, ma davvero non riesco a trovare le parole. É un momento unico e basta. Ripenso alla rottura delle acque e alla tranquillità iniziale (doccia e piega ai capelli prima di andare in ospedale, con calma), poi al crescendo delle contrazioni, al corpo che si abitua pian piano fino a che non si sale il gradino successivo e i dolori si fanno più forti e più fitti. Ripenso a quella dilatazione che non arrivava mai, ma questo lo apprendi dalle ostetriche perché tu, dall’alto, puoi solo immaginare… Ripenso al sonno che mi è mancato, causa rottura delle acque proprio al momento di coricarmi, a quella stanchezza accumulata che mi impediva di collaborare con piena energia alla riuscita del mio stesso parto e alle botte di sonno, per non dire catalessi, che mi colpivano tra una spinta e l’altra. Ripenso a quell’epidurale chiesta troppo tardi e mi viene da ridere, cosí come comico è stato l’attendere invano la vasca per il parto in acqua, in preda alle contrazioni, per poi scoprire che la manopola era rotta: “chiamiamo il tecnico?!”… Ripenso al mio ciclista che é stato accanto a me in modo coraggioso, senza mai perdere la calma o farla perdere a me, ripenso alle sensazioni incredibili provate mentre Marta stava per uscire: avrei tanto voluto vedere! Forse avrei spinto ancora più forte, fossi stata più lucida e consapevole… Insomma, forse é vero che i dolori del parto si dimenticano, o comunque si reputano ben poca cosa – col senno di poi – di fronte alla meraviglia in cui ci si trova d’un tratto catapultati, a quella frugoletta che ti viene messa in braccio per la prima volta: sarà solo la prima di un miliardo di altre emozioni cosí profonde! Quello che resta, se come me non si é tanto elastiche, sono i simpaticissimi punti là sotto: e quelli, mentre scrivo, stanno ancora lì e si fanno sentire, a ricordarmi che sí, è tutto bellissimo, ma fino a un certo punto 😛
Marta respira accanto a noi (e addosso a noi) da una settimana: ha il visino del babbo col nasino della mamma, è calma e pacata come lui ma se dice d’incazzarsi parte in quarta come me. Mangia tanto e dorme parecchio, e in questo somiglia piú a me che al mio ciclista 😀 In questa prima settimana, anzi in questi primi quattro giorni a casa, ci ha dato modo di riposarci, di non saltare un pasto, di sbrigare faccende burocratiche tra uffici amministrativi e call center vari e di accogliere amici e parenti senza una bizza… Cosa volere di piú? Che domande: che sia sempre così! 😀
Avrei potuto riprendere in mano il mio blog anche prima, se solo avessi avuto la voglia e la prontezza, fin da subito, di sfruttare i bei momenti di quiete che la piccina ci regala… Non l’ho fatto a dire il vero per pigrizia, ma lo faccio adesso, e quindi, dopo il monologo sulle gioie della maternità, parliamo di cibo!
Questa ricetta è nata per purissimo caso non molti giorni prima di partorire, complice un rotolo di pasta phyllo in freezer da finire. Non so voi, ma io la amo troppo… E, ammetto, l’ho sempre acquistata senza mai cimentarmi nella sua preparazione: prima o poi – più poi che prima, mi sa – rimedierò!
Si tratta di una ricetta molto veloce, ideale per un aperitivo se avete ospiti: potete preparare i fagottini anche con un giorno di anticipo e poi riscaldarli per l’occasione! Anche il ripieno va molto a gusto personale: gli ingredienti sono sostituibilissimi, insomma quasi una ricetta – perchè no – svuotafrigo! 😉
- 1 cipolla dorata
- 400 g di pomodorini di Pachino
- 200 g di robiola
- 100 g di olive Kalamata (peso col nocciolo)
- 1 mazzetto di erba cipollina
- 50 g di ghee (o burro, se non l’avete)
- 16 fogli di pasta phyllo 35x11 cm
- olio extravergine di oliva
- sale
- pepe
- Sbucciate la cipolla, tritatela finemente e fatela imbiondire in una padella con poco olio. Quando sarà trasparente unite i pomodorini tagliati in 4 spicchi ciascuno e lasciate ammorbidire per qualche minuto, fino a che i liquidi non saranno del tutto ritirati. Aggiustate di sale e pepe e lasciate intiepidire, quindi amalgamatevi la robiola, le olive snocciolate e spezzettate e l’erba cipollina tritata.
- Fate sciogliere il ghee in un pentolino e tenetelo a portata di mano.
- Nel frattempo, stendete la pasta fillo (i miei sono fogli rettangolari, 35x11 cm): prendete il primo foglio, stendetelo, spennellatelo con il ghee fuso e sovrapponetene un altro, spennellando anche questo. Sul lato corto, adagiate una cucchiaiata di ripieno e richiudete il foglio a fazzoletto: tirate su un angolo, formando quindi un triangolino, e continuate ad avvolgerlo su se stesso (mantenendo la forma a triangolo ad ogni piega) fino a che non arrivate ad aver finito tutto il rettangolo di pasta. A questo punto vi ritroverete un involtino triangolare di circa 11 x 11 x 15 cm. Fate la stessa cosa con gli altri fogli.
- Disponete gli involtini su una teglia rivestita con carta da forno, spennellateli ancora una volta col ghee fuso da entrambe le facciate ed infornate a 180° per circa 15 minuti, o comunque finchè la pasta fillo non sarà bella colorita.
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