Viste le polemiche del mio compagno di viaggio (polemiche giuste, peraltro, mon amour), prima di proseguire oltre ci tengo a precisare che quel “noi” che ho usato ripetutamente nel primo capitolo non è un plurale maiestatis (non ho certe manie di grandezza!), ma stava a significare che semplicemente non ero sola, ma col mio fidanzato Luca 😀 (C’est bien? … Anzi… Vale? ;))
GIORNO 2 – Giovedì 7 gennaio 2010
La sveglia suona, dobbiamo fare colazione. Ce l’abbiamo inclusa, l’abbiamo pagata. Ma… come si fa? Dove si va? Si va alla reception, si sceglie tra latte, caffè e caffellatte (“Coffee? Milk? Coffemilk?” uhm… questa tiritera l’ho già sentita a Santorini…!), si aspetta che siano caldi, dopodiché si afferra il vassoio carico di tazze, zuccheriera, muffins, fette biscottate, marmellate, burro e formaggini e si va a degustarsi la meritata colazione alla mini-scrivania della propria cameretta. Però, la colazione del Regent Hotel di Londra era decisamente peggiore, eppure pagavamo fior di sterline! (Tranquilli, il racconto della colazione non ve lo farò tutte le cavolo di mattine, era solo per rendere l’idea della prima volta :P). Fumo una sigaretta sul terrazzo, mi guardo intorno. Davanti a me, “O’Pineiro”: chiuso. Boh, chissà cos’è. Carichi di energia, ci si lava, ci si veste e si parte. Barcellona, la mattina alle 9:00, è come Firenze verso le 6:00: solo io, lui e le vecchiette con la spesa (che avrebbero potuto fare solo al mercato, visto che qualunque forma di negozio/locale non apre prima delle 10:00 minimo), immersi in quell’aria nebbiosa dell’aurora, che poi si dissolve, e l’aria si fa più tersa… La nebbia invece quel giorno è rimasta, si è trasformata in pioggia e ci ha accompagnati per tutto il giorno, tanto che a metà giornata ho dovuto comprarmi i calzini nuovi e mettermi due sacchetti tra loro e gli stivali (che erano diventati due laghetti – menomale la superstufa dell’ostello li ha asciugati in un paio di giorni!)… Ma questa è un’altra storia…
Dunque, armati di ombrellini ci addentriamo per le vie del nostro quartiere, il Barrìo Gotico, cuore religioso e civico della città, soffermandoci in Carrer del Call (centro dell’ex ghetto ebraico), ammirando gli, apparentemente celati, innumerevoli resti della civiltà romana: quelli del Temple Romà d’Augusti (tempio eretto in onore di Cesare Augusto) in Carrer del Paradìs, quelli degli scavi della città romana in Plaça del Rei, quelli delle mura a sud della città in Pati Llimona, quelli delle torri difensive in Plaça dels Traginers e quelli del cimitero romano abbandonato in Plaça de la Vila de Madrid. Nel corso della nostra passeggiata alla ricerca di un po’ di storia, siamo entrati anche nell’imponente Cattedrale (la Seu) de la Santa Creu i Santa Eulàlia, in stile gotico. Proprio in Plaça de la Vila de Madrid, invece, ci siamo fermati a pranzo (è lì che mi sono cambiata i calzini e messa i sacchetti negli stivali!) da Govinda (al numero civico 4), ristornate indù-vegetariano consigliatoci, anche questo, dalla Claudia e Nicola… E dopo aver degustato piatti masala e tanduri (ma con le verdure al posto del classico pollo!) siamo ripartiti, decisi a passare il pomeriggio in altre zone di Barcellona.
A piedi siamo tornati sulla Rambla (dopo una breve -ma proficua- fermata da Desigual, celebre negozio d’abbigliamento barcellonese) per visitare il famigerato Mercat de la Boqueria, nome che gli deriva dalla parola boc (capra), perché qui si vendeva la carne di capra già a partire dal Duecento. L’emozione sensoriale (visiva, olfattiva, tattile) che si prova nel passeggiare tra i banchi di pesce e di molluschi freschi, di affettati e di formaggi, di frutta e di verdura, di spezie e dolciumi è davvero indescrivibile, è un turbinìo di profumi, mischiati a voci ed a colori accesi, che ti sconvolge dentro (oppure questo accade solo a chi è goloso come me?!)… Avremmo voluto assaggiare ogni cosa, ma ci siamo limitati a bere frullati di frutta fresca (ogni pomeriggio, sul tardi, prima di rientrare in albergo, la Boqueria era diventata ormai la nostra tappa per la merenda 😀 ) e ad assaggiare i due migliori prosciutti di tutta la Spagna: il Pata Negra (jamon iberico), dal sapore dolciastro, indescrivibilmente godurioso (ed infatti, estremamente pregiato) ed il Jamon Serrano, più simile ai nostri prosciutti toscani. Ti tagliano due fette spesse, te li fanno a tocchetti come fossero pancetta e te li mettono in quei cartoni del cinese take-away… Fighissimo!
La giornata è ancora lunga, diluvia ininterrottamente ma non demordiamo. Ieri, complice la stanchezza, non siamo riusciti ad andare più a Nord di Casa Comalat, ma vedere dal vivo Casa Vicenç (Carrer de les Carolines 18-24) era uno dei miei desideri barcellonesi ed il mio amore mi ha accontentata… 😛 Così prendiamo la metro a Liceu, scendiamo a Fontana e facciamo due foto a Casa Vicenç. Visto, era così semplice! Bene, di nuovo in marcia, oggi tocca vedere anche la Sagrada Familia… Nel frattempo la pioggia aumenta, si alza il vento, gli ombrelli si rompono e… beh, se qualcuno avesse visto, il 7 gennaio 2010 verso le 17:00, due toscani imprecare contro il mondo nei pressi della Sagrada Familia beh… Quelli eravamo noi. Facciamo due foto sbilenche e bagnate da fuori, entriamo. 12,00 euro per vedere i muratori all’opera (opera inconclusa di Antoni Gaudì, si stima sia pronta – seguendo i suoi progetti – verso il 2041) mi sembrano tantini, considerando anche che le torri sono chiuse causa pioggia… vabbè, beneficenza, alla fine i lavori vanno avanti grazie ai nostri soldi… Però è bella eh, non c’è che dire. Sarà che mi giravano le scatole a più non posso, sarà che i sacchetti negli stivali iniziavano a far condensa ed anche i calzini asciutti si stavano impregnando d’acqua, sarà che mi portavo appresso un sacchetto di Desigual da tutto il giorno col timore di dimenticarmelo da qualche parte… Ma non me la sono goduta per nulla 🙁 Però è strepitosa, un tempio modernista che si ispira alle migliori cattedrali gotiche non è cosa da poco, non lo si vede tutti i giorni insomma…
Alle 18:00 siamo arrivati al limite della sopportazione… Doccia e piedi asciutti, i miei unici desideri. Però nel tornare, via, siamo in zona, come non fermarsi al Bosc de Les Fades? In fin dei conti è vicinissimo al nostro ostello, Passatge de la Banca 5, a metà strada tra noi e la Rambla, quasi sul Passeig de Colom (la via perpendicolare alla Rambla, che costeggia il mare)… entriamo, beviamo una birra/aperitivo. Lo scenario è senz’altro suggestivo (sì è vero, è un po’ chiappa per turisti, però alla fine bere una birra lì o berla da un’altra parte è la stessa cosa, no?), tavoli nascosti tra gli alberi, lucine soffuse… Carino, sìsì. Doccia doccia doccia, piedi asciutti, piedi caldi. Arriviamo in ostello, “Sara, camera 10”, salta la corrente per colpa della potente stufetta (e dei caricabatterie), sigaretta sul terrazzo (“O’Pineiro” sempre chiuso – il mistero si infittisce – mentre Luca se la dorme), poi verso le 20:30 siamo pronti per uscire a cena. E stasera dove si va?
Restiamo sul vegetariano: ieri a pranzo avevamo notato, vicino a Dionisos, un ristorante caruccio, Vegetalia (Carrer del Escudellers 54), così decidiamo di andare lì, dato che è vicino al nostro ostello. Posto carino, cifra onesta, buon cibo… Un antipastone ricco di salsine ed involtini di verdure e… ehm.. non ricordo cos’altro, ma ricordo che siamo stati bene. E, con lo stomaco pieno, ce ne andiamo a nanna. Il tempo di addormentarci e fuori, in strada, inizia il solito fracasso. Ci svegliamo un paio di volte ma ci riaddormentiamo subito. Il francese nella stanza accanto non c’è più per fortuna, e questo ci basta.
Leggi il prossimo capitolo!
luca dice
grazie per avermi citato, ma cmq non occorreva…:P
sbrigati a fare il terzo!!!!!
pixel3v dice
ahahah così non ti lamenti più 😉
Il terzo è pronto… Ma lo pubblico lunedì 😉
Raf dice
Grazie per il commento, cara Pixel 😀
pixel3v dice
Di niente cara amica blogger 😉
maria giovanna dice
Ahahahaha…che ridere, i sacchetti nelle scarpe…Credo che i piedi bagnati siano l’incubo di ogni viaggiatore!
E allora, cos’era sto Pineiro???
pixel3v dice
aspetta e vedrai… 😀
I sacchetti… non farmici ripensare… Entrai al Decathlon a comprare un paio di calzini puliti, e quando il tipo mi chiese “vuoi un sacchetto?” io gli risposi “ehm… no, due grazie!!” 😉
Cocca dice
Ma quant’è bello quel mercato???
Ci sono stata ormai 18 anni fa e me lo ricordo alla perfezione, in quel posto c’ho laasciato un pezzetto di cuore, ma prima o poi ci torno eh!!!
pixel3v dice
E’ una favola Cocca!!! A me brillavano gli occhi… Senza contare le belle foto che vengono fuori 😀 E poi i frullatini di frutta e il jamon serrano a tocchetti… mmmmhhhh…. !!!!
Ice Cream dice
Very Nice post keep posting,the info you displayed in the blog is very much useful for me.
Sara dice
Hi, I’m glad you find my post so useful! 🙂
canon drivers download dice
Wow big fruits 😀
Car Photo Gallery dice
Nice article, i like this 😉
Thanks for sharing….
Sara dice
Thank you for your comment! 🙂