Cecìna (Torta di Ceci): That’s Cinque&Cinque Time!
Semplicissima a farsi e buonissima da gustare in qualunque momento della giornata (uhm, forse a colazione no!), la Cecìna (Torta di Ceci) è una torta salata molto bassa, tipica di alcune zone della Toscana (in particolare Livorno, Lucca, Massa Carrara e Pisa, ma con strascichi anche in Liguria)… Adesso vi racconto di più!
Chi non conosce la cecìna (o torta di ceci)? E’ una sorta di focaccina non lievitata, o forse meglio dire una frittatina, o meglio ancora una crepe, preparata con tre parti di acqua ed una di farina di ceci, più olio, sale e pepe. Ma no, la cecìna in realtà non è niente di tutti questo… Ma di certo, è qualcosa di speciale!
Vi sono in realtà mille nomi per definirla: cecìna (Lucca, Versilia, Pisa), torta di ceci (Livorno: lì guai a chiamarla cecìna!), calda calda (Massa Carrara), farinata (Liguria – pensate che dalle mie parti la farinata è tutt’altra cosa: acqua e farina 00, la si mangia calda come fosse una minestra, mia nonna me la faceva spessissimo da piccola!) e forse ce ne sono altri, chissà!
Se andate a Livorno e chiedete la “torta di ceci” fatevi preparare il famosissimo cinque&cinque, un panino o una focaccia (schiacciata va’, che è più fiorentino!) aperto a metà e farcita con una fetta di, appunto, torta di ceci. Il nome buffo deriva dal fatto che ai tempi (anche piuttosto remoti) della lira, erano 5 centesimi di pane e 5 centesimi di torta di ceci: da qui, appunto, il nome “cinque&cinque” 🙂
In qualunque parte della Toscana (o della Liguria) vi troviate, comunque, la regola per preparare questa torta è: tre parti di acqua, una di farina di ceci. Altra componente fondamentale è la teglia: in genere si usano quelle tipo da pizza, rotonde, larghe e basse. Per il resto, le scuole sono diverse: la mia esperienza da frequente consumatrice di torta di ceci mi ha insegnato che nella Lucchesìa si tende a preparare torte piuttosto fini e ben cotte; personalmente, però, preferisco la versione livornese, alta 1 cm, con la crosticina croccante in superficie ma quasi cremosa all’interno (avete mai mangiato quella di Cecco? E’ divina!).
Le dosi che vi propongo io sono appunto per la versione livornese (anche considerando la dimensione della mia teglia)… Voi regolatevi in base ai vostri gusti ed alle vostre esigenze, l’importante è che rispettiate queste proporzioni!
ps. quel che scrivo non è legge, può darsi benissimo che qualche lettore ne sappia più di me sulla storia e le tradizioni della cecìna… In tal caso, beh, che parli, così imparo anch’io qualcosa in più 😉
INGREDIENTI (per una teglia bassa dal diametro di 39 cm; cecìna spessa 1 cm)
250 g di farina di ceci
1 cucchiaino scarso di sale
750 ml di acqua
1 rametto di rosmarino
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva + quello per la teglia
pepe nero
PREPARAZIONE
Setacciate la farina di ceci col sale, versatevi l’acqua piano piano e mescolate bene eliminando eventuali grumi; “inzuppatevi” un rametto di rosmarino, quindi lasciate riposare il composto per circa un’ora. La pastella dovrà risultare liquida.
Trascorso il tempo di riposo, accendete il forno a 220° C; prendete il composto, togliete la schiuma che si sarà formata in superficie, eliminate il rosmarino ed unite l’olio; rimescolate lentamente, quindi versate nella teglia da pizza precedentemente oliata (fate attenzione che il composto è liquido e la teglia molto bassa!), ed infornate per 20 minuti circa, o comunque fino a che la superficie non sarà bella dorata. Servite quando è ancora caldina, macinando abbondante pepe.
Per gustarvi il vero cinque&cinque livornese di cui parlavo più su, apritevi a metà un bel panino e farcitelo con la cecìna… Sentirete che bontà! Gli amici siciliani noteranno sicuramente la straordinaria somiglianza con il loro “pane&panelle”, che però sono fritte e non cotte al forno!
E oggi vi faccio ascoltare i Sex Pistols con la mitica Anarchy in the UK… 😉
klaudia dice
Cecina….grande!!!
Mi piace!
🙂 🙂 🙂
pixel3v dice
Grazie Klaudia!!! 🙂
Sergio dice
Finalmente qualcuno che mi ha spiegato per bene come si fa…..sabato prendo la farina di ceci bio e la faccio al volo. Grazie Sara…..e fantastica la scelta musicale…
pixel3v dice
eheheh! bastava chiedere! E’ facilissimo, basta seguire questi piccolissimi accorgimenti 😉
occhio alle dosi in base alla larghezza della tua teglia… Poi mi dici eh!
La scelta musicale… La amo anch’io 😉
Grazie Se’!
luca dice
la cecina di sara è buona, tutto quello che fa sara è bono 🙂 blondies,blondies,blondies,blondies,blondies,blondies……:D
pixel3v dice
amo’, calmati.. per i Blondies c’è tempo. Però intanto oggi ho preso al cioccolata bianca buona… Ma mi serve un’altra cosina e non garantisco per questo fine sett 🙂
Per il resto… Grazie 😉
maria giovanna dice
Bbbona! Io la conoscevo come farinata, visto che mi è stata preparata dai miei cugini genovesi! La mangiai in una trattoria tipica di La Spezia, accompagnata da formaggi morbidi come gorgonzola e stracchino…insomma, proprio una cosa tipica calabrese! 😀
Buonissima, io la adoro!
pixel3v dice
ehehh… allora via, che in Liguria la chiamano farinata è vero 🙂 qui la farinata è tutt’altra cosa, pensa te 😀
E’ buona comunque, qualunque nome le si dia… 😉
Bacio ciccia, e grazie 🙂
klaudia dice
Sono entrata,perché lo sapevo che trovo la recita giusta!!!
Voglio fare domani questa bellezza ;P….grazie Sara…il Tuo blog mi aiuta tantissimo!!!
Un bacio 😉
pixel3v dice
ciao Klaudia!! allora come ti è venuta la cecina?! 🙂
un bacio