Il topinambur è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Composite. E’ chiamato anche patata americana, patata del Canada, pera di terra, tartufo di canna, tartufala bastarda. Fu introdotto in Italia nel secolo XVII. La sua origine non è ancora certa, anche se prevale la tesi che sia originario delle praterie occidentali del Nord America e Canada, dove cresce spontaneo, così come cresce spontaneo nelle nostre regioni. In Italia è coltivato in alcune zone del Nord e del Centro. In Europa è coltivato soprattutto in Francia e Belgio.
Il topinambur è stato per decenni un alimento sostitutivo della patata, per anni abbandonato. Attualmente sta vivendo una nuova vita. Oltre che nell’alimentazione umana, esso viene infatti utilizzato dalle industrie alimentari per ottenere etanolo: l’estrazione di etanolo avviene per fermentazione e successiva distillazione del sugo greggio (ricco in zuccheri) ottenuto dal tubero e dal fusto della pianta. Dai tuberi del topinambur si ottiene anche la farina, che può sostituire fino al 10% la farina di grano nella preparazione di prodotti da forno.I tuberi del topinambur sono ricchi di zuccheri complessi. Essi sono rappresentati per il 15% dall’inulina, sostanza molto simile all’amido ma, a differenza di questo, costituita chimicamente non da glucosio, ma da fruttosio e da amido. Il fruttosio è uno zucchero monosaccaride, solubilissimo in acqua, con potere dolcificante molto superiore a quello del saccarosio, e costituisce una valida alternativa a saccarosio e glucosio in molti impieghi: dall’uso come dolcificante, conservante e additivo per bibite dolci, alimenti conservati e sciroppi. L’inulina non ha potere dolcificante ma, oltre che come fonte di fruttosio, può essere utilizzata come fibra alimentare. Essa è utile per migliorare la digestione ed è sopratutto indicata per la riduzione della formazione di gas a livello intestinale, favorendo il riequilibrio della flora intestinale, potenziandone l’attività e migliorandone il metabolismo. Grazie al contenuto di inulina, il topinambur è un alimento adatto all’alimentazione di convalescenti, anziani e bambini, oltre che di diabetici: infatti, il fruttosio presente viene assorbito a livello del colon, pertanto non necessita dell’insulina per essere assimilato.
Il topinambur si trova nei mercati verso la fine dell’autunno (ma da qualche parte si trova benissimo anche in questo periodo); quando lo acquistiamo dobbiamo scegliere tuberi sodi, con buccia marroncino-violacea, senza ammaccature o lesioni. Si conserva avvolto in sacchetti di carta nel frigorifero; a contatto con l’aria tende ad aggrinzirsi (foto e info ADieta.it).
L’ho cucinato in diversi modi, ma credo che la riuscita migliore del topinambur sia la vellutata (potete trovare la ricetta sul blog di Claudia). Qui riporto un’altra ricetta che credo che renda lo stesso giustizia al sapore delicato di questo tubero: i Topinambur Trifolati.
INGREDIENTI (per 4 persone)
400 gr di topinambur
½ spicchio d’aglio
1 ciuffo di prezzemolo
1 bicchiere di vino bianco
1 bicchiere di brodo
olio extravergine di oliva
sale
pepe
PREPARAZIONE
Preparate un trito con prezzemolo ed aglio, tenendone da parte un mazzetto per dopo, e fatelo rosolare in una padella con l’olio. Tagliate i topinambur a fettine sottili o a pezzetti piccoli ed uniteli al trito. Dopo qualche minuto di cottura a fuoco vivo aggiungete il vino bianco e lasciate evaporare. Aggiustate di sale, aggiungete il brodo e cocete per circa 20 minuti (o comunque fino a quando i topinambur non saranno teneri) a fuoco basso, coprendo la padella. A cottura ultimata aggiungete il restante trito messo da parte e una macinata di pepe, quindi servite.
Fidatevi, sono favolosi…. 🙂
murex26 dice
wow che bella scheda informativa sui Topinambur!
Tobinambur: ta-ra-ta-ta-ta…I’m lovin’ it :D:D
pixel3v dice
L’ho fatto per non copiare pari pari da te… ho cercato cose diverse… diciamo che se uno leggesse le informazioni relative ai topinambur prima sul tuo blog e poi sul mio potrebbe farsi davvero una cultura completa!!!
W i topinambur!!! 🙂