Oggi vi faccio respirare per l’ultima volta (almeno per adesso) l’aria spagnola che ha accompagnato il mio blog nell’ultimo mese (tolta la parentesi nutellesca), poi invece, vi anticipo, torneremo in Italia, alla pura tradizione 😀
Qui, un’introduzione con i controfiocchi è d’obbligo. Allora: per la mia laurea (metà dicembre 2009), Claudia mi ha fatto un regalo inaspettato ma molto, molto gradito (lei sapeva quanto mi sarebbe piaciuto!): il Libro del Cavolo, che non ha bisogno di presentazioni 😉 Beh, tra i festeggiamenti post-laurea, le feste natalizie ed il viaggio a Barcellona, io quel libro non ho avuto il tempo e l’occasione neanche di sfogliarlo… Due o tre sere fa poi lo prendo ed inizio a leggerlo, cercando una ricettina veloce da scopiazzare a Sigrid. Arrivata a pag. 81, trovo la ricetta dei Garbanzos de Pinotxo e… è amore a prima vista 😀 Leggo e… mi maledico!
Perché? Beh, perché Pinotxo è uno dei tapas bar più famoso di Barça, e a quanto pare la cucina è divina (anche perché si trova all’ingresso del Mercat del la Boqueria e dunque le materie prime sono freschissime, provenendo giustappunto dai banchi del mercato)… ed io sono appena tornata da Barcellona!! Sarò passata davanti al locale minimo due volte al giorno… e l’ho sempre ignorato, mannaggia a me!!!
Però, indietro non si torna, ed io questi ceci dal vivo, molto probabilmente, non li assaggerò mai 🙁
Mi consolo dunque cucinandomeli da sola… Non sarà la stessa cosa, ma appaga lo stomaco in egual misura 😉
Allora, la ricetta di Sigrid la trovate qui, io ve la posto praticamente identica ma con le dosi da me valutate. Io la classifico tra i contorni, per cui le dosi sono proporzionate al fatto che vi si accompagni qualcos’altro; se invece decideste di cucinarlo come piatto unico, beh… allora abbondate 😉
Un’ultima cosa: soprattutto nel caso in cui decideste di considerare questa ricetta come piatto unico, ricordatevi che io ho seguito la ricetta di Sigrid, ma che in rete spesso e volentieri si legge che l’originale di Pinotxo contiene anche la butifarra negra (una varietà di salsiccia tipica della Catalogna)… Quindi, insomma, tutto questo per dirvi che io, se cucinassi questi ceci come piatto unico, un bel paio di salsicce, magari toscane data la difficile reperibilità, da queste parti, della butifarra, ce le sbriciolerei 😉
Ma veniamo al dunque:
INGREDIENTI (per 4 persone)
3 cipolle dorate o 4 cipolle borettane *
2 spicchi d’aglio
480 gr. di ceci lessati (2 confezioni)
50 gr. di pinoli
50 gr. di uvetta sultanina
1 bel mazzetto di prezzemolo
1 limone (scorza)
3-4 cucchiai di aceto balsamico
olio extravergine di oliva
sale
PREPARAZIONE
Tritate finemente metà delle cipolle e affettate sottilmente l’altra metà; fatele soffriggere con poco olio e l’aglio (lasciate gli spicchi interi e toglieteli a fine cottura). Quando le cipolle iniziano a dorare aggiungete i ceci ben sciacquati, i pinoli e l’uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida e strizzata e fate rosolare un paio di minuti, quindi unite 1 bicchiere e 1/2 di acqua. Cuocete per 15 minuti con la teglia coperta; a fine cottura aggiustate di sale, spengete il fuoco, togliete gli spicchi d’aglio ed aggiungete il prezzemolo tritato, la scorza del limone grattugiata e l’aceto balsamico. Date un’ultima mescolata e servite caldo.
* Sigrid usa le cipolle bianche, io quando trovo le cipolle borettane uso quelle. Sono decisamente più saporite rispetto alle altre varietà di cipolla! Due parole su questo ortaggio: “la cipolla borettana è conosciuta in tutta Italia per il suo inconfondibile sapore, prende il nome da Boretto, un comune in provincia di Reggio Emilia, in cui veniva coltivata fin dal 1400. Oggi però gran parte della produzione avviene nel parmense. È conosciuta anche come cipolla piatta di Como o di Rovato. Ha come caratteristiche un bulbo molto appiattito ai poli, piccolo e con tuniche color paglierino” (qui la fonte).
sparaciari dice
Bellissima la foto. Il piatto deve essere molto appetitoso. Da giornalista, se posso permettermi, ti consiglio frasi brevi. Tante ma brevi. E poi qualche a capo. Per rendere tutto più leggibile facilmente. Ok? Comunque complimenti!!!!
pixel3v dice
Ciao Maria Cristina!
Grazie della visita, del commento, dei complimenti e… Dei consigli in particolar modo, sempre ben accetti. Farò tesoro 😉
susanna radoni dice
… sono appena rientrata (da 2 ore) da Barcellona dove sono stata con mia figlia di 16 anni….. ci siamo innamorate dei Garbantos che abbiamo assagiato (noi, si!!!!) a Pinotxo… e di lui, Juan, UN MITO!!!!
Ha scritto anche un libro di ricette che però non sono riuscita a trovare ne da FNAC ne a El Cortes Ingles..
Ecco perchè cercando su internete ho trovato il tuo sito e….TI BACEREI!!!! Grazie! Grazie! Grazie!! Provo subito a farli e vediamo se sono come quelli di Juan.
A proposito…. vale veramente la pena la sosta da Pinotxo e non solo i garbantos: per esempio ieri, ultimo nostro giorno a Barcellona, i garbantos erano finiti e ci ha dato ei moscardini con fagioli bianchi piccolissimi… non sai la meraviglia!!!
Devi tornarci al piu’ presto!
Susanna e Cosima (du fans di Pinotxo)
pixel3v dice
Susanna, Cosima… Ma che bello il vostro commento!!!
Vi invidio, io ho scoperto Pinotxo troppo tardi ahimè… E apprendo ora da te dell’esistenza di Juan 🙂
Beh, un motivo in più per tornarci direi… intanto, io ricambio i baci e spero che i miei Garbanzos siano all’altezza di quelli da te assaggiati!!!
padecla dice
ma niente sale nei ceci con l’uvetta e i pinoli?
pixel3v dice
Intanto… Ciao a te, padecla, eh 🙂
Quanto al sale, se i ceci sono già lessati io non ne uso, ma se a te piace che siano più salati, beh, metticelo… Credo che il sale sia una cosa piuttosto soggettiva (pensa che io mangio i pomodori crudi a pezzi con solo un filo d’olio e tanto basilico ed origano, ma zero sale!) 🙂
Se invece compri i ceci secchi e li lessi tu stessa beh, è ovvio che il discorso cambia…
Ciao e grazie di essere passata di qui 😉