Siamo in Cilento da quasi 24 ore e la prima giornata del nostro blogtour targato AIFB è già volata.
Sabato 17 ottobre il sole splende alto nel cielo del Cilento: la giornata è perfetta per stare all’aria aperta, ci attendono ore splendide assieme alla famiglia di Marinella e Giancarlo, proprietari dell’Hotel La Playa, che ci ospita.
Restiamo in zona Acciaroli: a pochi minuti dall’hotel, infatti, si trova la Tenuta degli Eremi, all’interno del Parco Nazionale del Cilento, anch’essa di proprietà della famiglia.
La tenuta si estende per ben 24 ettari sulle colline che sovrastano la baia di Acciaroli; le colture sono tutte su terrazzamenti, poiché i terreni sono difficili da lavorare e la meccanizzazione qui è quasi impossibile: per raccogliere i limoni, ad esempio, si procede a mano.
Percorriamo i sentieri che attraversano la tenuta: qui la natura la fa da padrona… Ci incamminiamo tra mandorleti, frutteti, agrumeti, piantagioni di aloe ed olivi secolari! Le piantagioni di aloe vera e la produzione di olio di oliva biologico sono le due principali risorse della Tenuta degli Eremi.
I ragazzi sono già in procinto di raccogliere olive al nostro arrivo. Le tre principali varietà di olive cilentane sono la salella, che produce un olio di leggera intensità e leggermente fruttato, l’oliva bianca, di dimensioni più grandi, e la pisciottana, la più saporita.
Ci dedichiamo anche noi alla raccolta delle olive: il rastrello le fa cadere dai rami e, pazientemente, si raccolgono i frutti depositati sulla rete posta ai piedi degli ulivi… Riempire il cestino è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! 😛
A poche centinaia di metri di distanza, Giuseppe ci sta aspettando. Ha ideato una sorta di attrezzo che permette di aprire con facilità le foglie di aloe e di estrarne la polpa: osservarlo è un vero spettacolo! Con estrema manualità Giuseppe taglia le foglie di aloe, elimina la parte esterna che contiene aloina (sostanza giallognola avente proprietà lassative e purganti) e, grazie al suo strumento, ricava il “filetto”, la polpa vera e propria.
Presso la Tenuta degli Eremi vengono coltivate due tipologie di aloe vera: l’aloe barbadensis e l’aloe arborescens. Non vi sono sostanziali differenze tra le due varietà: entrambe possono essere utilizzate in ambito cosmetico per le loro proprietà lenitive e in ambito alimentare per i loro principi depurativi.
Assieme al suo fedele amico a quattro zampe Teo, Marinella Schiavo ci accompagna in questa visita che è più che altro un’esperienza sensoriale a tutto tondo. Ci racconta della sua terra, delle sue piantagioni, del suo mondo quasi incantato con un bagliore negli occhi che è difficile non notare.
Marinella è una donna semplice, umile, a prima vista quasi timida, ma ha una forza interiore davvero immensa che si percepisce dalle sue parole, nonostante la voce flebile. Quando mi racconta di sé e della sua terra lo fa in modo schietto e diretto, senza tanti giri di parole, con una determinazione ed una naturalezza proprie di chi il mondo lo conosce, e bene.
Marinella, chi sei?
Una macroeconomista pentita convertita all’agricoltura.
Un Cilentano decide di investire nel Cilento…quanto è difficile e perché?
Il Cilento, in particolare Pollica, il capoluogo del nostro comune, non è diverso dal resto del paese… La burocrazia è un male comune… Ma proprio l’essere un po’ isolati, l’essere una sorta di “isola”, senza esserlo davvero, ha contribuito a preservare uno stile di vita, un’alimentazione, un rapporto con la natura, che oggi, grazie al New York Times, sono sotto i riflettori come il segreto della longevità.
Un territorio, per essere valorizzato, deve essere fortemente legato al passato o deve guardare oltre?
L’azione della nostra storia, della nostra cultura, ha modellato il paesaggio e dato luogo ad una biodiversità naturale che si esprime in una straordinaria varietà di prodotti “tipici”. Questa è un’immagine vincente del nostro territorio nel mondo. Oggi, guardare oltre significa adeguare gli strumenti preposti alla tutela del territorio a difenderci dai pericoli derivanti dall’abbandono delle terre e dall’uso spregiudicato di materie prime importate per la produzione di prodotti “tipici”. La funzione strategica dell’agricoltura è la produzione di cibo, fondamentale per assicurare l’indipendenza di un paese, funzione che nel suo spiegarsi è tra l’altro, l’unica vera barriera ai gravissimi problemi causati dal dissesto idrogeologico. Eppure, al di là della retorica, l’agricoltura non è tutelata, anzi…
Quali sono secondo te gli aspetti che vale la pena approfondire nel raccontare il tuo territorio?
La dieta mediterranea, brand ormai acquisito da tutti i governi del mondo, che nasce a Pollica, a Pioppi per la precisione, a poche centinaia di metri dalla Tenuta degli Eremi. Essa è divenuta un business miliardario, di cui tutti i paesi del Mediterraneo si contendono la paternità; è davvero una lotta al coltello! Perché il New York Times parla di “Pioppi Protocol” e invita il pubblico ad indagare e a contribuire ad una ricerca veramente indipendente?
Come definiresti la tua terra, usando tre aggettivi?
Emozionante, coinvolgente, bellissima.
Se dovessi andare su un’isola deserta, quali sono i tre prodotti del Cilento che porteresti nella tasca?
Olio, pomodori e pane.
A quando risale il tuo primo ricordo legato al cibo?
All’infanzia, il ricordo di profumi e sapori oggi perduti si è trasformato col tempo in un valore da difendere, da recuperare.
Quali caratteristiche del Cilento, secondo te, può subito percepire chi si accosta a questo territorio per la prima volta e quali invece necessitano di più tempo per essere “comprese”?
Il calore umano, il senso di comunità, la spontanea e semplice generosità della gente, la bellezza dei luoghi sono tutti elementi di facile percezione… Poi però si desidera tornare, e al principio non si capisce perché…
Chi ha visto il film “Benvenuti al Sud” può trovare familiari queste ultime parole di Marinella. In effetti la frase, ormai celebre, “quando un forestiero viene al Sud, piange due volte: quando arriva e quando riparte”, non è, credetemi, solo un luogo comune, ma quanto di più vero possa esistere.
L’ospitalità e il grande cuore di chi queste terre le abita e le vive giorno dopo giorno sono qualcosa di immenso, indescrivibile, impensabile per chi non è avvezzo a questi luoghi. La tavola imbandita per il nostro pranzo all’interno della tenuta, con vista mozzafiato a picco sulla baia, ne è solo un piccolo esempio…
Il resto, normale amministrazione: un pranzo dai sapori semplici ma regali, preparato ed offerto dal Ristorante Boccaccio di Acciaroli, a base di pasta al ragù alla cilentana (con carne di manzo e maiale), timballo di melanzane e zucchine, frittata di patate, melanzane alla parmigiana con formaggio di capra bianca, presidio Slow Food, e ben tre torte, una più buona dell’altra: ricotta e fichi, cioccolato e ricotta, crema e visciole!
Dispiace quasi dover lasciare la Tenuta degli Eremi che ci ha accolte a braccia aperte, ma è tempo di ripartire per la prossima tappa del nostro blogtour. La fermata ad Elea Velia, antica polis della Magna Grecia, è un piccolo fuori programma che ci catapulta per un attimo di nuovo nella storia antica.
Elea Velia fu fondata dai Focei nel 500 a. C e si estende per 25 kmq in un territorio ancora oggi circondato da mura di cinta greche e sormontato da torri di vedetta ogni 250 m. E’ proprio qui che, in epoca medioevale, furono rinvenute le spoglie di San Matteo, poi divenuto il patrono della città di Salerno.
La fermata è breve e ripartiamo di nuovo, stavolta per una rapidissima visita alla Tenuta I Vignali, di proprietà del simpaticissimo signor Pantaleo De Luca. Non è più tempo di fichi ormai, ma riusciamo lo stesso a degustare i famosi fichi bianchi del Cilento, presidio Slow Food, in versione “secca”…
La signora Albertina ha preparato infatti per noi quelli che io conoscevo come “fichi mandorlati”: il famoso fico bianco di cui sopra (la varietà di chiama “dottato”) viene lavato, essiccato al sole e farcito con mandorle e semi di finocchietto, quindi ripassato in forno. La “merenda”, casalinga e gustosa, ci viene servita accompagnata con limoncello e fragolino fatti in casa… Giusto per sottolineare quanto siano importanti, al Sud, l’accoglienza e l’ospitalità, se mai ce ne fosse ancora bisogno!
Credete che sia finita qui? No, non è così! Altre ricchezze inestimabili quanto poco note del territorio cilentano ci aspettano. Il programma è molto fitto e… Il resto ve lo racconto nella prossima puntata! 😉
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