In questi giorni stavo riflettendo su una cosa: il mio blog sta diventando solamente un reportage di cucina. All’inizio non era nato con questo intento, poi piano piano i miei interessi si sono rivolti per lo più in questa direzione… Che è la direzione giusta eh, per carità, non sto dicendo che non lo sia, in fin dei conti mi piace un sacco e quando cucino ci metto tutta me stessa. Però ogni tanto è anche giusto che io mi orienti su altro, visto che comunque non è che passi le giornate tra i fornelli!
Come sapete, da un anno e mezzo circa utilizzo solo cosmesi eco biologica… Ogni tanto mi guardo dentro e mi chiedo se sto meglio. Beh, la risposta è sì, decisamente 🙂 Non sono una brava spignattatrice, per cui non troverete sul mio blog (salvo miracoli che potrebbero avvenire nel corso del tempo) ricette di burri, balsami e rossetti (ah se mi piacerebbe… ma temo di non esserci poi così portata!)… Però qualche sana riflessione sì, quella la so fare anche io. Ho scoperto un ottimo blog, EcoBioPlanet, e spulciandovi in giro ho trovato questo post che mi ha dato l’occasione di rispolverare un vecchio (ma attuale!) post di Barbara che Ashanti ha riportato in luce pochi mesi fa. Colgo quindi l’occasione per riportarlo anche qui, dato che la buona novella è bene diffonderla senza limiti:
Ecco, in sintesi, i motivi per cui vale la pena scornarti con l’INCI (elenco degli ingredienti contenuti nel cosmetico), scontrarti con commessi incompetenti, fare lo slalom tra gli ecofurbi:
1. Non inquini più del necessario. Dobbiamo scendere a compromessi tutti i giorni: l’auto contribuisce allo smog, il computer è pieno di metalli inquinanti, il cibo biologico non sempre è alla portata di tutti per i prezzi non propriamente friendly.
Utilizzare una crema eco-bio significa non immettere nell’ambiente ulteriore petrolio, ulteriori molecole non biodegradabili, ulteriori miscele inquinanti delle acque – e dei pesci, poveri loro.
Sì, il tuo vasetto da 50 ml conterrà solo pochi milligrammi di questi componenti, ma moltiplicali per tutti i vasetti in possesso delle persone del tuo quartiere, della tua città, della tua regione e dell’Italia tutta… vedi l’ago della bilancia spostarsi verso misure molto più importanti? Puoi contribuire a farlo scendere.
2. Non *ti* inquini. Rifletti. Sei preoccupato dell’inquinamento ambientale? Immagino di sì, come chiunque. Ma l’ambiente cos’è di preciso? Forse stai visualizzando boschi, fiumi, montagne e mari tropicali, immagini lontane da te. Ma l’ambiente è qualcosa di più ampio. Tu, in quanto essere umano, inali ossigeno e restituisci anidride carbonica, ti nutri e produci rifiuti. Anche tu sei parte dell’ambiente. Quindi, più l’ambiente è inquinato, più la tua pelle, che è la parte di ambiente più vicina a te, ne risente.
Inoltre: ha senso pensare a mantenere puliti i boschi e i fiumi, mentre continui a usare petrolio su te stesso?
3. Impari a conoscerti. Lo sai come funziona un cosmetico tradizionale? Forse no. Provo a spiegartelo in due parole.
La maggior parte delle creme in commercio contiene Petrolatum. Vaselina, Mineral Oil, Paraffinum Liquidum sono analoghi, e sono ottenuti dalla raffinazione del petrolio.
Bene, per anni si è sostenuto che il Petrolatum fosse il miglior idratante. Lo sostenevano e continuano a sostenerlo, per la precisione, i maggiori dermatologi e cosmetologi statunitensi. Un caso? Lascio decidere voi. Uno dei più grandi cosmetologi italiani, Gianni Proserpio, è invece di parere opposto.
Dicevo, il Petrolatum sarebbe idratante. Ma come funziona un’idratante?
Beh, siccome la pelle è impermeabile – deve esserlo proprio per mantenere la sua funzione protettiva – non può ricevere acqua dall’esterno. In altri termini, se immergete una mano nel lavandino pieno d’acqua, quando la estraete la quantità d’acqua nel lavandino è rimasta la stessa, non l’avete certo assorbita.
Quindi, poichè non può aggiungere acqua, l’unico potere idratante di un cosmetico è quello di impedire che l’acqua presente naturalmente nella pelle evapori completamente.
Il potere idratante della paraffina è dunque quello di formare una vera e propria barriera tra l’epidermide e l’ambiente.
Ma tale barriera è innaturale. E’ composta da molecole estranee a quelle che compongono lo strato idrolipidico (miscela di grasso e acqua distribuita su tutta l’epidermide, costituisce il fattore di idratazione naturale, ovvero la prima protezione naturale della pelle). La “respirazione” della pelle viene ostacolata. I germi presenti restano intrappolati dallo strato petrolifero e possono provocare irritazioni e favorire l’acne, specialmente su pelli già predisposte.
Hai la pelle delicata ma che si lucida? In moltissimi casi l’eccesso di untuosità è causata dal petrolio e dalla sua azione di “soffocamento”. Ci sono neonati che soffrono addirittura di dermatiti da Petrolatum. Poverini, appena venuti al mondo e già a contatto con gli inquinanti! I prodotti per bambini sono, infatti, quelli più a rischio, da questo punto di vista.
Un’altra categoria di molecole presenti ovunque è quella dei siliconi. Vengono usati perché danno piacevolezza alla texture. Vi fanno dire “che pelle liscia! che capelli lucidi!” appena stesa la crema o usato il balsamo. Ma ad essere liscio è il silicone, ad essere lucido è sempre il silicone. Che ricopre tutto come una patina di cellophane, nascondendo le magagne. Infatti appena smetti di utilizzare il prodotto, la pelle torna come o peggio di prima.
Hai le gambe che si riempiono di squamette dopo un giorno senza idratante? Quasi certamente è colpa del silicone, che è anche un potente solvente.
A volte non sei tu il caso disperato, ma il prodotto che usi.
Quando smetti di spalmarti addosso simili molecole, le gote riprendono colore. Molte persone hanno notato minor untuosità e/o minor secchezza. Finalmente puoi vedere il vero volto della tua pelle e non quello che ti viene mostrato dalle paraffine e dai siliconi. Impari a riconoscere le tue reali esigenze e ad assecondarle.
La cosmesi eco-bio è educativa.
4. Spendi il giusto prezzo. Non è vero che i cosmetici eco-bio costano tanto. Ci sono tante fasce di prezzo anche in questo settore.
La differenza sostanziale è che in profumeria puoi spendere anche 60€ per 30 ml di fluido a base di siliconi. Che ai produttori costano pochissimo – così come i petrolati.
Fluidi eco-bio da 60€ non ce ne sono tanti, ma quelli che ci sono, almeno, non spacciano per miracoloso un composto fatto con qualche erbetta annegata nella plastica!
Molte creme eco-bio, inoltre, durano molto di più che le equivalenti tradizionali, perché più concentrate.
5. Ridi in faccia alla pubblicità. Imparando a leggere le etichette vivrai una vera e propria “caduta degli Dei”. La crema prodigiosa pubblicizzata dalla meravigliosa modella su tutte le riviste verrà espulsa dall’elenco dei tuoi oggetti del desiderio non appena realizzerai ciò che contiene e quanto vogliono fartelo pagare.
Non è liberatorio?
Se i motivi che ti ho illustrato ti sembrano validi, puoi iniziare anche tu ad avventurarti nel magico mondo del consumo critico in cosmesi. Come? Cominciando a controllare quello che hai in casa.
Puoi farlo qui: www.biodizionario.it.
Non spaventarti. Non buttare tutto. Non pensare che farcela è impossibile.
Un passo alla volta, e capire diventerà sempre più facile.
Qui trovate il post di Barbara Righini (Saicosatispalmi).
Io condivido pienamente, e voi? 🙂
ashanti dice
Grazie per avermi citata!!!! :))
Anche se dobbiamo ringraziare solo Barbara Righini, che ha scritto questo articolo veramente interessantissimo!!!
Un bacione!
pixel3v dice
Di niente… Sono felice primaditutto che ci si “aiuti” tra bloggers, e poi che si diffonda la consapevolezza eco-bio… più siamo meglio è 😉
Cristina dice
Grazie per il bellissimo articolo. E’ davvero essenziale che si diffonda sempre più la consapevolezza che gli ingredienti chimici presenti nella cosmesi industriale (come nei prodotti alimentari) sono davvero DANNOSISSIMI!
A questo proposito, se vi interessa, ho scritto un articolo sul mio blog: http://www.ecobioline.blogspot.com.
E’ ora di aprire gli occhi su questi argomenti, per la nostra salute e per l’ambiente!
Cristina