Chiudete gli occhi e immaginate una calda giornata estiva. Non vi viene in mente il sole, il vento e il mare? A me sì! E se pensate a cosa vorreste mangiare, la prima cosa a cui pensate non è la meravigliosa frutta di stagione? A me saltano subito alla mente pesche, albicocche, melone, cocomero, prugne, susine, ciliegie…
In effetti, l’estate è la mia stagione ideale: c’è tutta la frutta (e la verdura) che si vuole 🙂 La bravissima Alice Del Re del blog Pane, Libri e Nuvole ci parlerà per tutta la settimana del Calendario del Cibo Italiano di questi succulenti frutti, i frutti dell’estate, nel suo post ufficiale… Io contribuisco a questa freschissima settimana con un’Insalata di Rucola con Pesche, Gamberoni e Semi di Girasole! 🙂
Se durante i freddi mesi invernali gradiamo – e necessitiamo di – una buona zuppa calda, in estate le verdure e la frutta sono il cibo ideale, perché leggere, fresche e capaci di apportare un bagaglio nutritivo completo, soprattutto per quanto riguarda le vitamine e i sali minerali, che con il sudore si perdono in abbondanza. La varietà di verdura e frutta presente durante questi mesi viene indubbiamente in nostro aiuto, tant’è che c’è davvero l’imbarazzo della scelta: gli orti sono coloratissimi e dalle chiome degli alberi pendono frutti deliziosi! E cosa c’è di meglio in questo periodo, ad esempio, di un buon gelato alla frutta o di una gustosa insalata ricca e completa? Quella che vi propongo io ha per protagonista proprio uno di questi golosi frutti, la pesca, abbinata a rucola e mazzancolle fresche… Un ottimo piatto unico completato dalla presenza dei semi di girasole dell’azienda biologica Nuova Terra, i cui prodotti sono davvero favolosi 🙂
La pesca, dal bel colore rosso chiaro sfumato verso il giallo e l’arancione, rotonda, succulenta, arriva a Roma dalla Persia verso l’inizio dell’era cristiana, anch’esso “scoperto” dagli eserciti di Alessandro Magno; il suo nome antico, “Pomo di Persia” (dal latino “persicum pomum” o “persicum malum”), indica proprio la sua presunta origine. Plinio ne parla come di un frutto raro e costoso, e non a caso le prime rappresentazioni di pesche europee figurano sui muri delle case più opulente di Pompei.
Nonostante l’antica introduzione in Europa, la pesca diventò il delizioso frutto che consumiamo oggi soltanto durante il regno di Luigi XIV, in seguito ai miglioramenti fatti subire all’albero da parecchie generazioni di giardinieri del re, tra cui l’illustre La Quintinie, agronomo, giardiniere e direttore degli orti e dei frutteti della corte di Versailles. E’ per questa ragione che tale frutto non ha lasciato tracce nel nostro folclore, almeno non tante quante se ne ritrovano nelle credenze dell’Estremo Oriente, dove il pesco è l’albero maledetto degli stregoni, che possono guarire i loro pazienti soltanto trasferendo su di esso il loro male; addirittura, si sosteneva che bastava addormentarsi ai piedi di un pesco con la schiena appoggiata al tronco per due o tre ore per liberarsi dalla febbre che si comunicava all’albero, le cui foglie cominciavano subito a ingiallire e cadere.
Anche in Italia la coltivazione del pesco è relativamente recente, fatto attestato dai nomi delle varietà esistenti di questo meraviglioso frutto: il nome “pesca noce” o “nocepesca”, ad esempio, risale al XVII secolo, mentre il termine “nettarina” per identificare le stesse pesche a buccia liscia è utilizzato solo a partire dall’inizio del 1900. Proprio alla pesca nettarina di Romagna (che ho utilizzato nella mia ricetta) è andato il primo riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Tipica, ma molte altre varietà rientrano nei PAT regionali.
Oggi, infatti, la produzione di pesche è diffusa in tutto il Paese, e le varietà sono moltissime: si differenziano per il colore della polpa, per la consistenza della buccia, per la forma e la dimensione del nocciolo e per la grandezza del frutto stesso. In generale, al Nord prevalgono le pesche a polpa bianca, mentre al Sud sono spesso coltivate, sotto il nome locale di “percoche”, le pesche gialle da conserva sotto sciroppo. Degne di nota alcune varietà presenti in Piemonte, in Veneto, in Campania, in Sicilia e in Toscana, dove spiccano la Regina di Londa (Firenze), la Mora di Dolfo (Lucca), la Michelini (Firenze), la Cotogna del Poggio o di Rosano (Firenze) e i “peschetti” settembrini di Candia (MS).
- 270 g di mazzancolle (una dozzina)
- 3 pesche nettarine
- ½ limone (succo)
- 80 g di rucola
- 10 g di semi di girasole
- olio extravergine di oliva
- sale
- Sgusciate le mazzancolle e fatele colorare su ambo i lati, per circa un minuto, in una padella ben calda dove avrete aggiunto un filo d’olio; salate e tenete da parte.
- Lavate accuratamente le pesche, tagliatele a metà, eliminate il nocciolo e tagliatele a fettine; ponetele in una ciotola irrorando con il succo di limone per evitare che anneriscano.
- In una ciotola capiente ponete la rucola lavata e asciugata, condite con un filo d’olio extravergine di oliva, quindi unite le mazzancolle e le pesche a fettine. Completate con i semi di girasole e fate riposare la vostra insalata una mezz’ora in frigo prima di servire.
Bibliografia:
E. Valli, Le 100 migliori ricette per l’estate, 2012, Newton Compton Editori
E. Prati, Il libro di ambienti e stagioni, 2002, Giunti Editore
J. Brosse, Storie e leggende degli alberi, 1989, Edizioni Studio Tesi
AA. VV., L’Italia del biologico, 2002, Touring Editore
Alice dice
Sara, una ricetta splendida, estiva e fresca…mi fa venire voglia di mare!!
E come se non bastasse, anche tante notizie storiche e curiosità sulle nostre pesche, che rendono il post davvero interessante.
Grazie di cuore per aver partecipato alla Settimana dei Frutti dell’Estate con un contributo – come sempre- di grande qualità. 🙂 🙂 🙂
pixelicious dice
Ciao Alice, grazie infinite del tuo commento! Adoro i frutti dell’estate e non potevo non esserci… Nonostante il tempo balordo, queste insalate “ricche”, variegate e variopinte sono all’ordine del giorno in estate a casa mia 😉 Un bacione e grazie ancora! 🙂 🙂