Oggi il Calendario del Cibo Italiano festeggia il miele, l’alimento che le api producono a partire dal nettare dei fiori. Ma si fa presto a dire miele! Sappiamo bene che ne esistono svariati tipi, e che a seconda della provenienza ogni miele assume caratteristiche ben diverse. Come vi ho già detto, conoscevo pochissimo il miele fino a che Eleonora e Michael non lo proposero come protagonista della sfida num. 54 dell’MTChallenge. Proprio per quella sfida avrei voluto preparare le Seadas o Sebadas Sarde: Ravioli Dolci al Formaggio con Miele di Corbezzolo, poi invece optai per altro… Ma ecco che è arrivato il momento! Susanna di Afrodita’s Kitchen, l’ambasciatrice di oggi, vi parlerà abbondantemente del miele nel suo post ufficiale; ci saranno, inoltre, molti contributi realizzati per l’occasione proprio da molti membri dell’MTC che hanno partecipato con me alla sfida di pochi mesi fa. Io invece vi racconto qualcosina di più su questi eccezionali dolcetti sardi!
Le seadas o sebadas sono dei ravioli dolci fritti tipici dell’intera Sardegna, anche se originariamente tradizionali solo della Barbagia (Nuoro). Si tratta a dire il vero di “dolci non dolci”, poiché presentano al loro interno del formaggio che, a seconda della zona, può essere più o meno stagionato. Ciò che però fa di questa ricetta un vero e proprio “dessert” è il miele, con il quale le seadas sono abbondantemente ricoperte, anche se un tempo era usanza servirle come secondo piatto. Sembra che il nome “seadas” (in dialetto “seu”) derivi dal termine latino “sebum”, che richiama proprio il loro aspetto untuoso, brillante e lucente dovuto alla copertura di miele.
Le seadas sono visceralmente legate alle tradizioni della civiltà pastorale dell’isola: le donne barbaricine le preparavano nel periodo primaverile per festeggiare il ritorno a casa dei loro uomini dopo la fredda stagione invernale passata a pascolare le loro greggi. Il loro sopore deciso ed intenso ricalca in effetti i tratti distintivi dell’interno della Sardegna, dove il richiamo del mare si fa meno forte, e rispecchia perfettamente lo spirito di queste meravigliose zone, ancora selvagge e naturali.
La pasta delle seadas, sottile, è preparata semplicemente con semola, strutto, acqua e sale. La farcia vede solitamente protagonista il tradizionale pecorino sardo, leggermente fermentato, o in alternativa la ricotta: l’utilizzo dell’uno piuttosto che dell’altro darà vita ad un ripieno dal sapore più o meno marcato. In entrambi i casi, si aromatizza il ripieno con della scorza grattugiata di arancia o limone. A seconda delle zone, poi, ci sono ovviamente delle varianti: ad Ozieri, nella zona del Logudoro (Sassari), ad esempio, si prevede l’aggiunta di uvetta nel ripieno, ed in certi casi anche di prezzemolo.
Quale che sia il ripieno, sul miele da utilizzare per la copertura non ci sono dubbi: per preparare le vere seadas sarde, è necessario il miele di corbezzolo. Caratteristico della macchia mediterranea ma prodotto quasi solamente in Sardegna, questo tipo di miele è caratterizzato da colore biancastro lattiginoso, odore penetrante, consistenza densa e sapore piuttosto aspro ed amaro (giusto per smentire il famoso detto “dolce come il miele”) a causa del suo elevato contenuto di arbutina, un glucoside contenuto nel nettare dei fiori di corbezzolo.
Inserite oggi nell’elenco dei PAT sardi, le seadas si abbinano egregiamente a vini sardi dolci e aromatici come il Moscato di Sardegna, la Malvasia di Cagliari dolce o la Malvasia di Bosa.
Da segnalare è senz’altro la sagra della seada di Bolotana (Nuoro), che si rinnova ogni anno la prima domenica di settembre all’interno del parco naturalistico ambientale Pabude-Ortachis, una cornice montana ricca di alberi secolari. All’evento si danno appuntamento i migliori produttori artigianali di paste fresche provenienti da tutta la Sardegna, con le loro fragranti e profumate seadas.
Adesso che ne sapete di più su questi particolari dolci simbolo della pasticceria sarda, è il momento della ricetta. Premetto che avrei voluto preparare delle seadas dal sapore marcato, da amante dei pecorini quale sono, ma qui in Toscana sono riuscita a trovare soltanto pecorini sardi molto stagionati e temevo che il risultato fosse poi fin troppo “forte”. Ho quindi optato per un ripieno “misto”, in cui il sapore intenso del pecorino è lievemente addolcito da un pochino di ricotta, anche lei rigorosamente sarda.
- per la sfoglia:
- 250 g semola + quella per la spianatoia
- 1 pizzico di sale
- 25 g strutto
- 110 ml di acqua
- per la farcia:
- 300 g di pecorino sardo stagionato
- 150 g di ricotta sarda
- 2 arance (scorza)
- per completare:
- olio extravergine di oliva (abbondante)
- miele di corbezzolo
- Setacciate la semola con un pizzico di sale, amalgamatevi lo strutto ed unite piano piano l’acqua tiepida; lavorate il composto con le mani fino a che non sarà liscio e morbido; formate una palla, avvolgetela in pellicola trasparente e fatela riposare in frigo per un’ora.
- Quando questo tempo sarà quasi trascorso, preparate il ripieno: grattugiate il pecorino con una grattugia a fori grossi, ponetelo in un pentolino assieme a due cucchiai d’acqua, la ricotta e quasi tutta la scorza delle arance (lasciatene da parte un pizzico) e fate sciogliere il composto a fuoco bassissimo, fino a che non sarà denso, omogeneo e leggermente filante.
- Riprendete l’impasto, stendetelo fine su di una spianatoia infarinata e, con un tagliapasta circolare liscio dal diametro di 12 cm, intagliate dei dischi. Su metà dei dischi disponete il ripieno a cucchiaiate, quindi sovrapponete un altro disco e sigillate bene i bordi con le dita inumidite, facendo in modo che l’aria fuoriesca dall’interno e facendo pressione sui bordi in modo che resti almeno ½ cm di bordo tra la fine del ripieno e la fine della pasta; rifilate i bordi con la rotella dentellata da ravioli.
- In un tegame capiente portate a bollore l’olio extravergine di oliva, dunque immergetevi le seadas e friggete per un paio di minuti: quando sul bordo si inizieranno a formare le caratteristiche bollicine e la pasta gonfierà, le seadas saranno pronte. Una volta dorate estraetele con una schiumarola, ponetele su di un foglio di carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso e cospargetele di miele di corbezzolo, che avrete appena riscaldato leggermente far renderlo più fluido. Decorate la superficie con la scorza d’arancia tenuta da parte e servite subito.
Per altre sfiziosità con il miele, ecco qui:
Tortini di Roquefort e Pere al Miele di Cardo con Cialdine di Noci e Pera
Medovik (Torta Russa al Miele con Crema di Mascarpone e Latte Condensato)
Mousse di Ricotta all’Arancia con Pinoli e Miele di Cardo
Crostini di Segale con Zucca Arrostita al Rosmarino, Buche Chèvre e Miele al Tartufo
Involtini di Prosciutto Crudo Toscano con Caprino, Noci, Miele e Uvetta
Bibliografia:
C. Cracco, Sardegna, Corriere della Sera, eBook
AA. VV., 1000 ricette della cucina italiana, 2010, Rizzoli
G. Lisai, 101 cose da fare in Sardegna almeno una volta nella vita, 2014, Newton Compton Editori
AA. VV., L’appetito vien leggendo, eBook
AA. VV. I dolci delle feste, 2004, Touring Editore
A. Machado – C. Prete, 1001 Specialità della Cucina Italiana da provare almeno una volta nella vita, New Compton Editori, 2015
W. Pedrotti, Miele, polline, pappa reale, propoli e veleno, 2000, Giunti Editore
A. Bruni, Farmacognosia generale e applicata, 1999, Piccin
Marianna dice
Con il calo di zuccheri che ho in questo momento, credo potrei mangiarne a stare male. Sono super invitanti… Aggiungiamo che amo il miele di corbezzolo… con queste meraviglie mi hai rapita, come sempre. Bravisssssiiiiimmmmaa!!!!
pixelicious dice
Marianna grazie mille del tuo bel commento, come sempre! Sei un tesoro!! Ps. credimi, le seadas creano dipendenza davvero…. 😀
Elena dice
Cara Sara, con queste leccornie mi prendi davvero per la gola…
E poi fai delle foto che sarebbero da mangi
are loro stesse !
Complimenti anche per la realizzazione della panna cotta di ieri…uno spettacolo veramente !
Mi sa che potrei gia’ farti i complimenti per tutta la settimana, di questo passo…?
Brava brava brava !
pixelicious dice
Ciao mamy…. Ma grazie, sia per le seadas che per la panna cotta! No no, fammeli via via i complimenti, che non si sa mai… 😀 Bacionissimi!!
Serena dice
Perfette queste seadas, interessante l’abbinamento con il miele di corbezzolo pregiato e delicato. Unico rammarico non averle assaggiate! Bravissima
pixelicious dice
Ciao Serena! Sembra che sia proprio il miele di corbezzolo quello che si usa in Sardegna, non sai che cosa ho fatto per farmelo arrivare visto che qui non riuscivo a trovarlo! Grazie davvero del tuo pensiero, un abbraccio!
Cristina Tiddia dice
Da sarda ti posso dire che hai descritto e preparato egregiamente le sebadas, anche se io in realtà non le mangio mai, le tue sono molto invitanti. Non vado matta per i formaggi ovini e non sono amante neanche del miele, aggiungiamo anche che sono vegetariana, quindi lascio a te la conclusione del mio rapporto con la cucina sarda !!!!!!!),io a volte mi preparo con della semplice provola grattugiata ( ma diventa tutt’altra cosa)!
pixelicious dice
Ciao Cristina! E’ davvero un onore ricevere i complimenti di una sarda! Le ho preparate per la prima volta, io amo i formaggi soprattutto ovini e caprini, meno il miele ma sto imparando ad apprezzarlo! Grazie davvero per il tuo commento, un abbraccio!
Susanna dice
Speravo che qualcuno di voi le preparasse, ed ecco che tu mi hai accontentata!!! Adoro le Seadas, le mangio spesso nel ristorante di un cuoco sardo, ma non le ho mai preparate, quindi la tua ricetta mi sarà molto utile per provare a sperimentare. Quando penso a ricette italiane con il miele le Seadas mi vengono in mente per prime, tanto che avrei voluto farle anche per la sfida sul miele. Ti sono venute benissimo, e le tue foto non fanno che esaltarne la perfezione!
Grazie per il contributo, un bacio
pixelicious dice
Susanna, eccoti… Grazie davvero anche qui per il tuo bel commento, mi fa un immenso piacere sapere che il mio contributo ti è piaciuto così tanto! Onorata di aver partecipato! Un bacio